Chiesa ed Eremo di San Donato (Ronchena di Lentiai)
L’oratorio di San Donato, con l’annesso eremo, si trova a 380 metri di altitudine sopra l’abitato di Ronchena, in comune e parrocchia di Lentiai, in diocesi di Vittorio Veneto e in provincia di Belluno.
E’ molto antico, forse di età longobarda, ma la prima attestazione documentale dell’oratorio di San Donato risale al 1529. L’aspetto attuale deriva da diversi interventi operati nei secoli. Il più evidente è l’innalzamento dell’edificio avvenuto nella metà del XVIII secolo.
Il Santo cui è dedicato l’oratorio-eremo è San Donato, tradizionalmente festeggiato il 7 agosto e la devozione popolare lo lega a San Donato Vescovo e Martire di Arezzo.
L’eremo e gli eremiti
Dalla chiesa o da una porticina indipendente si entra nell’eremo vero e proprio, formato da due piani collegati da una scala interna. Al piano terra domina una stanza probabilmente un tempo adibita a cucina e al piano superiore, dopo i recenti restauri, è stata ottenuto uno spazio fruibile.
Dalla fine del XVII secolo alla metà del XVIII secolo è attestata la presenza degli eremiti. Per un lungo periodo appartennero all’Ordine di Sant’Agostino e in seguito al Terz’Ordine Francescano.
Molto probabile la loro vicinanza all’ordine degli Agostiniani di Feltre del monastero di Ognissanti a sua volta legato alla famiglia dei Conti di Cesana e al territorio di loro pertinenza.
La chiesa
Un edificio semplice ad aula unica che si stringe verso il presbiterio; tipico aspetto quattrocentesco, tetto a capanna e campaniletto a vela. Il soffitto del primo ambiente è piano e quello del presbiterio è a crociera. L’intonaco più antico risale probabilmente al XV secolo ed è presente nella parete del presbiterio con la raffigurazione di una teoria di santi e nell’aula dove sono state riportate alla luce le croci della consacrazione.
Presbiterio
Nel XVII secolo vengono realizzati i due affreschi che si trovano a destra dell’altare e sulla parete sud-est con la raffigurazione di due santi; sulla parete di fondo del presbiterio, dello stesso periodo, l’ornamento a finto tendaggio. Le decorazioni della volta a crociera, con la rappresentazione della colomba, simbolo dello Spirito Santo, sono collocabili nel XIX secolo.
Percorriamo la teoria dei santi.
La prima figura a sinistra rappresenta San Vittore. La spada e la palma sono due simboli chiari del martirio di questo Miles Christi.
Alla sinistra di San Vittore, entro la stessa cornice, su sfondo impreziosito da un drappo giallo con stampigliature rosse, si stacca la figura di Sant’Antonio Abate, eremita, patriarca del monachesimo, uomo di preghiera, lottatore contro i demoni, guaritore degli infermi, direttore di anime. Appare come un uomo molto anziano, dalla lunga barba canuta; tiene con la mano destra il tau e il campanello e con la sinistra il libro.
San Donato è raffigurato come vescovo in abiti pontificali, con mitria ornata in capo, casula e dalmatica pontificale. Si tratta di un vescovo canonizzato in quanto il capo è coronato da nimbo.
Segue una Madonna in trono con il bambino. La Madonna è seduta in una sede forse marmorea e dalle linee essenziali. L’aureola del bambino è crucifera, indossa ai fianchi un perizoma e porta al collo una collana, simboli di passione.
La figura successiva rappresenta San Pietro che tiene con la mano sinistra il libro e con la destra due chiavi, una rivolta verso l’alto, l’altra verso il basso.
Sempre nel presbiterio, nella parete di fondo e nella parete destra, due affreschi databili al XVII secolo.
L’affresco sulla parete di fondo potrebbe far pensare a San Bernardo di Chiaravalle oppure a Sant’Alberto degli Abati.
Nella parete destra è evidente l’affresco di un altro santo raffigurato in piedi; indossa una veste nera e nella mano sinistra sorregge un libro chiuso. Si ipotizza possa trattarsi di Sant’Antonio da Padova o Sant’Agostino, solitamente rappresentato come Vescovo di Ippona, ma talvolta come semplice monaco agostiniano con saio nero e cintura.
Altare
L’Altare, in legno scolpito, dipinto, dorato, è collocabile tra la fine del XVII e il XVIII secolo. L’ opera è di autore anonimo. Presentava originariamente due pregiati paliotti in cuoio, del XVII-XVIII secolo, insieme a quattro busti reliquiari in legno colorato. Il dossale è a forma di portale. Si tratta di un manufatto essenziale e decoroso. La cornice racchiude una tela di autore ignoto, di modesta levatura e risalente alla fine del XVII secolo. La tela raffigura la Madonna con il Bambino in trono e i Santi Donato e Bartolomeo.
Aula
Nella parete destra dell'aula, la copia della tela di Luigi Cima, realizzata dal pittore locale Toni Piccolotto nel 1961, raffigurante la Madonna di Caravaggio.
Controfacciata
In controfacciata è evidente lo stemma entro scudo ovale, appartenente con ogni probabilità al Vescovo di Ceneda Marcantonio Agazzi (1692-1710).
Restando sempre nella parete di ingresso, di lato e alla base della finestra si trovano un’acquasantiera a muro in pietra calcarea scolpita risalente probabilmente al XV-XVI secolo e accanto una seconda acquasantiera o una cassetta per l’elemosina.
Sopra l’acquasantiera si può notare una scritta in tonalità del rosso con caratteri facilmente leggibili: “MVNDA”. Munda deriva dal verbo latino mundare, che significa pulire, cioè purificarsi con l’acqua benedetta prima di mettersi in comunione con Dio
Bibliografia
Queste notizie sono tratte da “Chiesa ed Eremo di San Donato. Una perla di spiritualità” di Brunello Paola – tesi per il conseguimento del diploma superiore di Operatore del Turismo Religioso – Biennio Sperimentale Diocesi di Belluno-Feltre e di Vittorio Veneto - 8 maggio 2017
Conte T. a cura di, Tesori d’arte nelle chiese del Bellunese Sinistra Piave, Ed. Provincia di Belluno 2016.
Contatti
Parrocchia di Lentiai: 0437 750522
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Prof.ssa Paola Brunello – studiosa: 3401181884
Burlon Romina: 3478808431
Burlon Maria: 3382755231